A cavallo tra quattro regioni Toscana, Emilia, Marche ed Umbria, tra l’Appennino Cesenate e la Valle del Tevere, si è conservato un frutto unico nel suo genere. Delle origini della “Pera Cocomerina”, o “Pera Briaca”, non si sa molto: da tempo immemore è stata lasciata crescere isolata e indisturbata lungo i campi e nei pressi dei fossi e soltanto in tempi più moderni se ne è intrapresa una coltivazione. Questa piccola varietà di pera difficilmente supera i 60 grammi deve il suo nome al colore caratteristico della polpa, un rosso rosato che ricorda l’anguria o che dà l’impressione che il frutto sia stato inzuppato nel vino.La maturazione può arrivare in agosto o in ottobre e il frutto, dolce, profumato ed aromatico che ricorda la sorba, non è particolarmente conservabile e perde con rapidità le proprie qualità organolettiche; per questo viene lavorato in una varietà di prodotti come marmellate e sciroppi. Data la difficile reperibilità e lo scarso interessamento del mercato, questo frutto lo si può gustare prevalentemente alle sagre locali ad esso dedicate.
