Uno studio pubblicato sul Journal of Personality ha seguito 168 coppie per 13 anni per scoprire quali segnali anticipano il divorzio. E anche quali sottolineano un rapporto sano e duraturo. Ebbene, secondo quanto affermato da alcuni ricercatori, esiste una variabile che è in grado di avvertire se una coppia è destinata al fallimento coniugale. Pensateci. Potrebbe essere vero. Secondo gli autori, “le coppie che hanno divorziato dopo sette o più anni erano quasi ‘golosamente’ affettuose e innamoratissime. Mostrando circa un terzo di affetto in più rispetto ai coniugi che sono invece rimasti felicemente sposati”. A tal proposito Madeleine Mason, ha dichiarato a all’Independent. “Alcune persone rimangono catturate nell’infatuazione di una relazione ed è noto che l’infatuazione non è uno stato di lunga durata, il cuore che esce dal petto è per un periodo” “Una volta che questi scompaiono, si deve guardare a ciò che rimane. E se non vi è alcun legame oltre alla passione, allora la relazione rischia di andare in pezzi”, ha poi aggiunto. Come il “pericolo di innamorarsi di un aspetto di qualcuno. Sapendo che non è sostenibile, sperando che le cose cambino”. “Le emozioni esagerate e la loro espressione fisica sono difficili da sostenere. Questo tipo di comportamento si trova più comunemente nel periodo della luna di miele, che è una fase di breve durata che va da tre a nove mesi”. L’ostentazione dell’affetto potrebbe, a lungo termine, essere una cartina tornasole. Ma in negativo. “la vita e le relative sfide possono diventare reali molto velocemente. Ecco quando vedrai emergere la vera personalità di ogni partner. La persona che pensavi di aver sposato svanisce e nasce il malcontento”. Ovviamente, però, ci sono delle eccezioni. Come quelle dell’anniversario del matrimonio o del primo incontro. In queste occasioni “è giusto e positivo che una coppia manifesti molto affetto”. In conclusione, provare e dimostrare molto affetto nei confronti del partner è un cattivo segno solamente quando i sentimenti, quelli più istintivi e passionali, offuscano la ragione. In questi casi, quindi, si possono commettere diversi errori di valutazione. queste coppie divorziano in media entro due anni. Ulteriori segnali che indicano un imminente divorzio, secondo Winter, sono “la mancanza di impegno nella relazione e la mancanza di apprezzamento verso il proprio partner”. Beh, segnali abbastanza inequivocabili. O no?
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Agosto…amore mio non ti conosco…
Secondo uno studio inglese una coppia su dieci non sopravvive all’estate. Colpa dei litigi, ma anche e soprattutto dell’infedeltà. Per approfondire il discorso, Gleeden, sito di incontri extraconiugali, ha lanciato un sondaggio sulla sua community di traditori. Perché? per sapere in quanti avrebbero già testato il brivido dell’infedeltà in vacanza. Su 7000 rispondenti, il 91% ha ammesso di aver più volte avuto la tentazione del tradimento durante le vacanze con il/la partner ufficiale. Il 67% è passato ai fatti. Tra coloro che hanno approfittato dell’ebrezza del mare e del clima/contesto vacanziero per concedersi una scappatella, oltre la metà si trovava in vacanza con gli amici. Mentre il 18% era addirittura da solo. Il dato più sorprendente è sicuramente quel 23% di traditori che ha ceduto alle sirene dell’infedeltà quando era in vacanza con il/la partner ufficiale, coniuge o fidanzato/a che sia. Ma perché è così facile mettere le corna in vacanza? Il motivo principale è essenzialmente di tipo pratico. Ossia una scappatella estiva è più facile da nascondere Soprattutto quando il partner ufficiale è lontano. E solo l’11% degli intervistati, infatti, ha ammesso di essere stato scoperto. In estate poi è più facile conoscere persone nuove fuori dalle solite cerchie. Ma viene vista come un momento di debolezza passeggera, come qualcosa di divertente e non impegnativo E infatti una parte si è tolto il prurito con un one night stand, una sorta di toccata e fuga. Per il 42% la liaison estiva si è protratta un po’ più a lungo. Addirittura fino alla fine della vacanza. Difficile comunque che sopravviva all’inverno. Anche se qualcuno ci è riuscito e ha tenuto viva la fiamma per i mesi successivi
Colpo di fulmine, questo sconosciuto…
Per chi non sapesse dare una definizione al termine “colpo di fulmine”, eccone una descrizione evocativa: si tratta di un congegno di attrazione, non solo fisica, di un trasporto emotivo a 360 gradi che nasce nel momento in cui si incontra una speciale persona. Addirittura c’è chi sostiene che l’amore, per essere definito tale, debba nascere per forza da un colpo di fulmine, altrimenti se per innamorarsi o per capire di potersi innamorare di qualcuno si necessita di più tempo, la storia partirà già in netto svantaggio. Fascino: è quello che si subisce al primo incontro con la persona che scatena questo “fulmine”. Può essere dato da una stretta di mano, da un sorriso, da uno sguardo. E’ la prima impressione, che in questo caso non solo conta moltissimo ma è davvero la chiave di tutto. Curiosità: quando si incontra un qualcuno che desta subito un certo interesse, si prova un’immediata voglia di saperne di più, di carpire di più in quel preciso istante, in quel primo incontro. Farfalle nello stomaco, gambe che tremano, ginocchia che cedono, cuore che batte: più che indici di un colpo di fulmine potrebbero essere i sintomi di un calo di pressione! Scherzi a parte, questi modi di dire sono perfetti per definire il senso di emozione, di fermento che si provano nell’aver a che fare con una persona per la quale si prova innegabile attrazione. Sempre nei propri pensieri: è un vero amore a prima vista quando ci si ritrova a pensare insistentemente a quella persona, all’oggetto dei propri desideri. E lo è ancor di più quando si tende a carpire informazioni, anche in modo implicito, attraverso amici comuni e conoscenti. La voglia di incontrare nuovamente quella persona, collegata a fantasie sono le definitive spie di un fulmine che ha colpito il bersaglio. Si può tentare di spiegarlo ma quando arriva, il colpo di fulmine, sa farsi riconoscere alla perfezione. E non c’è definizione o guida tanto accurata quanto la sensazione di estasi che lascia al suo passaggio.