Cozze e senti il mare dentro

Le cozze sono un tipo di mollusco bivalve molto diffuso in tutto il mondo. Sono particolarmente apprezzate per il loro sapore delicato e per la loro versatilità in cucina. Con o senza guscio, le cozze sono l’anima più popolare del mare. Basso costo, buona resa, semplici da pulire, cucinare e mangiare: le cozze sono una vera risorsa per una cena tra amici ! Diffusissime sulle coste italiane, sono regine di piatti tradizionali e innovativi e perfette per essere cucinate in pentola, al forno e persino fritte. C’è anche chi in riva al mare non rinuncia alle cozze crude con una spruzzata di limone, ma è un’abitudine un po’ rischiosa. Cucinarle è infatti il modo migliore per scegliere quelle non commestibili, che rimarranno chiuse nonostante il calore che le cuoce e le fa aprire . Per evitare che si asciughino poi, è sempre bene sottoporle a cotture leggere, sufficienti per cuocere il frutto delicato e sprigionare un intenso aroma di mare. Le cozze sono un piatto gustoso e salutare, ricco di proteine e povero di grassi, ideale per un pranzo o una cena leggera. Ricorda di acquistare solo cozze fresche, di controllare che siano vive prima di cucinarle e di consumarle subito dopo la cottura. Buon appetito!

Vi raccontiamo una storia davvero curiosa.

In Giappone, nel cuore di Sapporo, isola di Hokkaido, c’è un chiosco di patate dolci arrostite gestito da un cane. Proprio così. Lui è simpatico, socievole e accoglie tutti i clienti con uno sguardo dolce e un’espressione amichevole. Ma non aspettatevi che vi porga il sacchetto di patatine, né tantomeno vi dia il resto: è che proprio non può. Ken-kun, questo il nome del simpatico animale, è uno Shiba Inu, razza proveniente dal Giappone e molto diffusa nel paese del Sol levante. Il suo particolare colore tra il marrone e l’arancio, e la dolcezza dei suoi lineamenti lo rendono particolarmente dolce, e si sa quanto questo piaccia non solo ai giapponesi. Ma lo Shiba Inu è ormai noto in tutto il mondo perché è il cane protagonista del famosissimo meme “Doge”: anche se il nome non vi dice niente, l’avrete sicuramente incontrato da qualche parte sui social, accompagnato da scritte ed espressioni buffe. Tornando al chioschetto giapponese ecco come funziona: c’è ovviamente un essere umano dietro alla gestione, ma si limita a cuocere le patate dolci sulla brace al mattino, e a imbustarle. Nel corso della giornata torna ogni tanto per controllare che sia tutto ok, e per portare Ken-kun a fare i bisogni. Per il resto, il cane presidia l’attività, che si fonda sulla buona fede dei clienti: questi arrivano, prendono le patate nel sacchetto, lasciano il corrispettivo circa 1,70 euro.Le patate dolci, da noi note anche come patate americane o batate, sono molto apprezzate in Giappone, dove vengono mangiate addirittura crude. Ma il top è mangiarle arrostite, su un letto di sassolini roventi: se poi a “servirle” è il tenerissimo Ken-kun, saranno ancora più dolci.

Il guscio che ci fa da scudo

L’aragosta è un animale soffice, molle, che vive nel mare all’interno di un guscio rigido. Questo rigido guscio non si sviluppa. E allora come fa l’aragosta a crescere? Bé, con la crescita dell’aragosta quel guscio diventa estremamente limitante e l’aragosta si sente sotto pressione e a disagio. Così si nasconde nei fondali del mare sotto una roccia per proteggersi dai predatori, si libera del guscio e ne produce uno nuovo. E con il tempo e la crescita anche questo guscio diventa scomodo, così torna sotto la roccia e ripete questo processo più volte. Lo stimolo che permette all’aragosta di crescere, nasce da una sensazione di disagio. Ora, se le aragoste avessero dei dottori non crescerebbero mai. Perché al primo segnale di disagio l’aragosta andrebbe dal dottore a prendersi un calmante o un antidolorifico. Si sentirebbe bene e non si libererebbe mai del suo guscio. Quindi credo sia ora di capire che i momenti difficili siano anche i momenti di crescita maggiore.Se è vero che, come dice lo psicologo Abraham J.Twersky, sono il disagio e la scomodità a spingere l’aragosta a cambiare e quindi a crescere, allora questo è il momento giusto. E se mettiamo a buon uso le ostilità potremmo  crescere anche grazie ad esse.

Porcini

Tra i funghi più amati ci sono loro, i mitici porcini: caratterizzati da un cappello carnoso, che può raggiungere un importante diametro anche 30 cm, hanno un gambo robusto e un gusto inconfondibile. Sono presenti in numerose tipologie e nascono in prevalenza in boschi di conifere e latifoglie, soprattutto ai piedi di querce, castagni e faggi. L’autunno è il la stagione per eccellenza dei funghi, grazie al clima spesso piovoso e umido. Sono il motore trainante di centinaia di persone che cesto alla mano, approfittano in questo periodo per andare a fare una passeggiata nel bosco alla ricerca di queste prelibatezze Alcune semplici regole di base: i porcini vanno raccolti soltanto in condizioni di sicurezza, non improvvisatevi esperti di funghi se non lo siete. Comprateli preferibilmente nella stagione giusta. Puliteli , ma cuoceteli poco: è importante, sia per questioni organolettiche, sia igieniche, eliminare tutto il terriccio e le impurità. Allo stesso tempo, eccedere nella cottura li farà diventare troppo gommosi e viscidi: se ci volete fare il risotto, non metteteli subito nella pentola. Saltateli per 3 minuti in un tegame a parte con qualche erba aromatica la nipitella è eccezionale per accompagnarli e uniteli al risotto negli ultimi 3 minuti di cottura. Altrimenti gustateli Fritti in abbondante olio di oliva sono una squisitezza…